sabato 23 maggio 2009

Appello del Sindaco: L'Aquila come Kabul

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di GIUSEPPE CAPORALE
L'AQUILA - Si consuma con un duro botta e risposta tra il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, il giorno seguente all'approvazione del decreto per la ricostruzione. Uno scontro verbale a distanza. Da una parte, il primo cittadino, che mastica rabbia e paura. E dichiara: "Bertolaso dice che lo Stato non pagherà più l'albergo a chi ha le case agibili? Vedremo. Non siamo certo bestie da riportare nelle stalle". Dall'altra, il capo della Protezione Civile che replica seccamente: "Chi ha la casa agibile deve rientrare. Non può restare al mare, e magari chiedere un ombrellone, come sta purtroppo accadendo". Ma lo sfogo del primo cittadino, punta dritto - soprattutto - contro il nuovo decreto: "I soldi per consentire al nostro territorio di rialzarsi, non ci sono nemmeno questa volta. Se la situazione rimane invariata fra 15 giorni avrò un'emergenza simile a quella napoletana perché non ho i più i soldi per pagare la società che smaltisce lo smaltimento rifiuti"". 

Parole pesanti e taglienti. Proprio da lui che era stato accusato, appena pochi giorni fa, in consiglio comunale, di aver stretto un patto "politico" con la Protezione Civile. Continua Cialente: "Ho subito accuse di ogni tipo. La mia linea invece è sempre stata quella della ragionevolezza per il bene del territorio. Spero ancora che Berlusconi e Bertolaso mantengano la parola data. Ma ciò che rammarica comunque è che senza una legge quadro di riferimento, saremo sempre costretti ad andare da loro, con il cappello in mano". 

Salendo di tono, Cialente paragona la sua città a Kabul. "Siamo stati bombardati dal terremoto, e poi occupati dalle forze amiche dello Stato. Per la sanità, il vice ministro Fazio ha appena nominato il commissario del commissario. Ci sarebbe quasi da ridere se non ci trovassimo di fronte ad una tragedia. Ma da noi, le istituzioni locali ci sono e funzionano. E invece, si continua a spogliarle delle loro funzioni e risorse". 
La grande paura, poi, per il sindaco, è che L'Aquila "diventi come Pompei, dove la gente venga in visita solo per guardare una città morta". Teme che i suoi concittadini iscrivano i figli nelle scuole della costa, che le famiglie decidano di andare a vivere e a lavorare altrove. Per questo chiede aiuto e sostegno immediato. "I soldi occorrono ora. A settembre sarà troppo tardi". 

Oggi i 49 sindaci dell'area del cratere si incontreranno per discutere di quest'ultimo decreto. E si prevedono scintille. Netta, a seguire, la replica di Bertolaso: "I soldi ci sono e altri arriveranno in seguito. I lavori per i piccoli e grandi adeguamenti nelle case agibili saranno tutti rimborsati. I fondi per sostenere le attività degli enti locali arriveranno con le ordinanze. Il decreto deve essere valutato solo come quadro di riferimento normativo e non come salvadanaio. Risponderemo punto per punto ad ogni reale esigenza". 
(23 maggio 2009)

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